La direzione di un museo non è «un gioco per soli uomini», ma una vocazione sempre più al femminile

La direzione di un museo non è un gioco per soli uomini, ma una vocazione sempre più al femminile
La direzione di un museo non è un gioco per soli uomini, ma una vocazione sempre più al femminile

La visione femminile alla guida di musei italiani è una realtà sempre più preponderante. La mostra fotografica Ritratte - Direttrici di musei italiani permette di scoprire i volti e le conquiste professionali di 22 donne alla guida di istituzioni culturali italiane. Promossa e prodotta da Palazzo Reale, che accoglie gli scatti del fotografo Gerald Bruneau nelle Sale degli Arazzi, dal Comune di Milano Cultura e dalla Fondazione Bracco è aperta al pubblico fino a inizio maggio. Rappresenta una preziosa occasione per conoscere le direttrici che con le loro competenze e reputazioni rappresentano una potente forza per il cambiamento in un settore per tradizione dominato dagli uomini.

Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese di Roma; Emanuela Daffra, Direttrice Regionale Musei della Lombardia; Flaminia Gennari Santori, Direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma; Alfonsina Russo, Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo; Virginia Villa, Direttrice Generale Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari di Cremona; Annalisa Zanni, Direttrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano; Eva Degl'Innocenti, Museo Archeologico Nazionale di Taranto; Tiziana Maffei, Museo Reggia di Caserta sono alcune delle protagoniste di un percorso fotografico che attraversa ogni regione italiana con tappe in musei, pinacoteche, regge e gallerie.

Il nome della mostra non è casuale, come spiega Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, e la scelta della parola “Ritratte” porta in sé più di una ragione. «Nella storia dell’arte a essere raffigurati erano soprattutto i potenti, membri di famiglie nobili, aristocratici e regnanti che, in epoche in cui non esisteva la fotografia, fissavano così la propria immagine. Una pratica che, per quanto riguardava le donne, investiva quasi unicamente le dame di buona nascita, le cui famiglie potevano permettersi l’onorario di un pittore e non di rado serviva per combinare matrimoni. Con questa mostra l’obiettivo di Gerald Bruneau ha fissato l’immagine di donne che hanno raggiunto posizioni apicali nel loro settore professionale. Ritratti contemporanei che immergono lo spettatore in altrettanti luoghi, che non sono panorami o sfondi accessori, bensì parte integrante della raffigurazione».

Non va dimenticato che i musei sono imprese, con bilanci di esercizio e piani finanziari, che contribuiscono in modo cruciale alla nostra economia. «Dirigerle comporta competenze multidisciplinari, un connubio di profonda conoscenza della storia dell’arte con capacità gestionali e creative. Il soggetto principale di “Ritratte” è dunque la leadership al femminile. Al centro di queste composizioni lo spettatore potrà vedere le vaste competenze, il merito, le qualità intrinseche o acquisite che hanno portato queste donne a rivestire ruoli di primo piano».

Perché è importante la declinazione al femminile. «Sottolinea un movimento necessario. Per la prima volta le direttrici di questi luoghi, che di norma vivono spazi di lavoro appartati, diventano opere d’arte, sono oggetto di attenzione collettiva, sono riconosciute nel loro ruolo. Riconoscere le competenze, renderle visibili, è il primo passo per alimentare percorsi analoghi, da parte di bambine e ragazze, tanto nell’arte quanto nella scienza. Con il progetto #100esperte e con molte altre iniziative di taglio formativo facciamo proprio questo, valorizziamo il merito e incoraggiamo nuove vocazioni. Le donne offrono contributi straordinari al progresso umano, non possiamo più permetterci di limitare o disconoscere questo apporto».

francesca marotta

 

Francesca Marotta: giornalista di moda e beauty, curiosa, sognatrice, anticonformista. Amo l’Italia, l’arte, le esperienze, gli stili di vita, il design... da wow!