• Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Continuiamo a sostenere le iniziative di supporto Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Continuiamo a sostenere le iniziative di supporto

    In Lombardia, un boom di violenze in famiglia durante il lockdown viene denunciato da Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. «Le chiamate al Numero Anti Violenza e Stalking 1522, gratuito e attivo 24 ore su 24, anche via chat, nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020 sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280». Dal 2000. su iniziativa dell'Onu (Organizzazione delle nazioni unite), il 25 novembre è diventato il giorno dedicato alla sensibilizzazione sulla violenza contro le donne. Un fenomeno globale e sotterraneo che ha le dimensioni di una terribile pandemia: 1,2 miliardi di donne nel mondo l’ha subita. Secondo i dati diffusi dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) lo scorso aprile, inoltre, il confinamento domiciliare ha favorito ogni tipo di sopruso, che sono triplicati rispetto allo stesso periodo del 2019. Sopraffazioni che riflettono percorsi di uguaglianza soffocati e diritti negati. Combatterle rappresenta una delle sfide fondamentali e più difficili del ventunesimo secolo
    «Ci prepariamo a affrontare mesi in cui il disagio psicologico, l'ansia e la rabbia repressa potrebbero sfociare in azioni violente, soprattutto in ambito domestico: la vicinanza e l'assistenza psicologica saranno fondamentali» aggiunge Aldrovandi. E’ importante dunque continuare a sostenere i servizi di supporto e assistenza a chi riesce a dire basta, e le iniziative che favoriscono la realizzazione di una concreta parità nel mondo del lavoro.

    Il muro delle bambole

    Da sempre impegnata nella battaglia contro le violenze, Jo Squillo nel 2013 ideò l’installazione artistica Wall of Dolls di via De Amicis, a Milano: una grande griglia su cui porre foto di vittime di abusi e bamboline, che rappresenta un invito ai passanti a fermarsi, guardare e riflettere su questa piaga. Una creazione supportata da 50 stilisti, 20 artisti e 30 associazioni no profit, con le allieve della sartoria della Scuola San Giusto che hanno realizzato le bambole di stoffa ispirate alle classiche pigotte. Nel tempo è diventato un modello di sensibilizzazione anche in altre città italiane: nel 2019 Donatella Versace ha inaugurato quello di Venezia.

    Il segno rosso sul viso

    Con il volto dei giocatori segnato da una striscia rossa sul viso (nella foto Alessandro del Piero) la Lega Serie A anche rinnova l’impegno nella difesa dei diritti delle donne #UNROSSOALLAVIOLENZA promossa da WeWorld e giunta alla quarta edizione. «Uno dei problemi più difficili di chi lavora con le vittime è proprio riuscire a intercettarle e farle uscire allo scoperto. Per contrastare il problema serve intervenire sugli effetti della violenza, fisica ed economica, e stare al fianco di chi vuole costruirsi una vita nuova, ma è altrettanto importante accendere un riflettore, parlarne, far sentire a queste donne che non sono sole. La collaborazione con il più alto livello professionistico del campionato italiano di calcio ci permette di innescare movimento potente che dica alle vittime che un’altra vita è possibile» spiega Marco Chiesara, Presidente di WeWorld.

    Sostenere la parità

    Il progetto Scarpette Rosse nasce nel 2017 dallo staff creativo di DAPHNÉ con il foulard di seta punteggiato di piccole red shoes. Durante il 65° Congresso mondiale delle donne imprenditrici svoltosi a Roma, la neo presidente eletta, Marie Christine Oghly, lo indossa durante la manifestazione Stop Violence Against Womens in Piazza di Spagna a Roma. Le attività a sostegno della parità di genere con focus sul lavoro coinvolgono: Patrizia Schiarizza dell’Associazione Giardino Segreto per gli orfani delle donne vittime di femminicidio; Rosella Scalone con il Progetto #NONPOSSOPARLARE (SPX Lab) cui verrà devoluto per il 2020/2021 parte del ricavato della vendita del foulard Scarpette Rosse; Paola Guerra con Romeo&Juliet wedding #nonsmettiamodisognare; Veridiana Meleleo speaker radiofonica (SM Radio) con la sua rubrica "Beauty Outing", e Alessia Cotta Ramusino, compositrice e cantante con la sua iniziativa "100 donne vestite di rosso".

    La coercizione inizia dalle parole

    La violenza non è solo fisica. Intimidazioni, umiliazioni e colpevolizzazioni sono modalità che utilizzano le parole per danneggiare e intaccare la fiducia in se stesse. «Il linguaggio influenza il modo in cui ci relazioniamo e formuliamo giudizi sugli altri. La parola ha un grande potere, e ci sono ancora molte espressioni che confermano quotidianamente il pregiudizio subconscio secondo cui gli uomini sono intellettualmente, fisicamente e moralmente superiori alle donne» dice Sara Grippo, Senior Editor team di didattica di Babbel, l’App studiata per fornire gli strumenti per superare le barriere linguistiche. Così la piattaforma online ha stilato una lista di espressioni che feriscono. Le più subdole riguardano gli attacchi all’autostima. Spesso chi vive una situazione di violenza ha difficoltà a uscirne perché il maltrattante la umilia al punto da distruggere la forza e la sicurezza di sé necessarie per abbandonare la relazione. Le espressioni più diffuse sono "Zitta, a nessuno importa quello che dici", "Nessuno ti crederà" o ancora "Sei pazza, non è mai successo, ti inventi tutto".Gli eventi dall’epilogo più grave vengono narrati come “delitti passionali”, gesti folli dovuti al “troppo amore” o giustificati dalla gelosia come qualcosa che “acceca”. Inoltre, spesso l’aggressore viene ritratto come una persona per bene per suscitare empatia nei suoi confronti, ad esempio “Sportivo, credente e ottimo lavoratore: il ritratto di X”.

    Il tabù innominabile

    La brutalità si manifesta anche con il persistere di falsi miti che gettano ombre sulla donna. Una di queste è la puntualizzazione dell’età e dell’invecchiamento. Tena Lady prova a rompere gli schemi con la campagna #SenzaEtà. La collaborazione con Yorgos Lanthimos, regista del film premio Oscar La Favorita, ha permesso la creazione di un video che racconta in modo autentico la forza femminile che non si vergogna dei segni che il tempo lascia sul corpo, comprese le perdite urinarie. Lo scopo è de-stigmatizzare gli stereotipi sull’incontinenza. Ma non solo. Il brand del Gruppo Essity ha scelto di legarsi a Soroptimist, l’associazione che riunisce figure con elevata qualificazione professionale impegnata per l’avanzamento della condizione femminile nel mondo del lavoro, finanziando 20 borse di studio per il Corso di Formazione Leadership e genere nella società 4.0, organizzato in collaborazione con SDA Bocconi di Milano e rivolto a laureate con meno di 29 anni.

    Un periodo su cui si ironizza

    Un altro preconcetto riguarda le mestruazioni, una vera macchia culturale, oggetto di pregiudizi e superstizioni e di cui l’uomo continua a parlarne con ironia e sarcasmo. Con il libro Period Girl, Giorgia Vezzoli propone un cambio di prospettiva, trasformandole da tabù innominabile a protagonista assoluto. Il volume racconta in modo ironico e irriverente la genesi di una supereroina che, proprio grazie al flusso mestruale, può salvare il pianeta dalla deforestazione, contrastando i cambiamenti climatici e collaborando con le più importanti organizzazioni internazionali. Questo testo è l’ultimo nato della collana narrativa di Settenove, casa editrice nata nel 2013 dedicata alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere attraverso albi illustrati, saggistica, narrativa e percorsi scolastici.

    Un aiuto per ricominciare

    Le borse Hermy nascono dalla collaborazione tra l’azienda toscana di accessori Gianni Chiarini e D.i.Re, la più grande associazione nazionale di centri antiviolenza, che individua le radici degli abusi nella storica disparità di potere tra i sessi. Parte del ricavato della limited edition creata per questo progetto andrà a “Doti di autonomia”, il cui obiettivo è l’attivazione di un fondo erogabile alle donne con una storia di abusi che concludono il percorso di ricostruzione della propria esistenza e cercano di ricominciare. Il contributo è destinato a coprire le spese di caparra e i primi mesi di affitto di una casa, l'attivazione e le prime mensilità delle utenze, l'acquisto di elettrodomestici o arredi indispensabili e ogni altra spesa utile al percorso di autonomia abitativa ed economica.

    Il club della condivisione

    Nato circa trent’anni fa, il Benvenuto International Club di Varese è un’associazione formata da donne di nazionalità diverse, con lo scopo di costituire uno spazio di dialogo per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro. Per supportare la loro attività Metradamo Maison Moda Chic, brand di moda specializzato nella confezione di pantaloni femminili,

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francesca marotta

 

Francesca Marotta: giornalista di moda e beauty, curiosa, sognatrice, anticonformista. Amo l’Italia, l’arte, le esperienze, gli stili di vita, il design... da wow!